Centrale a biomasse: modificato il Piano urbanistico

Foto für Biomasse-Heizwerk: Bauleitplan geändert

La nuova centrale del teleriscaldamento realizzata da Alperia a Chiusa.

Dopo una lunga ricerca, l'Amministrazione comunale ha finalmente individuato nella zona produttiva "Rabbiosi", fra Maia Bassa e Sinigo e quindi a debita distanza dalle zone abitate, un sito idoneo per la realizzazione di una nuova centrale a biomasse. Lì Alperia costruirà un impianto che permetterà di ampliare la rete del teleriscaldamento. Per consentire la realizzazione di questo progetto verrà ora modificato il Piano urbanistico comunale.

Il terreno in questione, che si estende per una superficie complessiva di un ettaro, è già stato ceduto dalla Provincia alla società Alperia. Inizialmente si prevedeva di sistemare in quest'area il poligono di via castel Gatto, e tale risulta attualmente ancora la previsione del Piano urbanistico comunale. Per la zona Rabbiosi il Puc prescrive una densità edilizia massima di 2,5 metri cubi per metro quadro e un'altezza massima degli edifici di 14,5 metri, mentre il terreno non può essere impermeabilizzato per una superficie superiore al 90%.

Nella sua seduta di martedì scorso (31 luglio) la Giunta comunale ha deliberato di modificare il Puc. I documenti verranno ora pubblicati nella rete civica e cittadine e cittadini avranno la possibilità di presentare osservazioni in merito. Fra circa sei mesi la proposta di modifica del Piano urbanistico approderà sui banchi del Consiglio comunale. L'esecutivo ha ribadito la scelta del sito nonostante le perplessità della Commissione edilizia, che ha espresso parere negativo in merito al progetto perché verrà realizzata nuova cubatura nel verde agricolo, l'impianto sarà visibile dalla superstrada Me-Bo e il collegamento dello stesso a via Roma risulta problematico sotto il profilo tecnico-viabilistico. "Dopo il cambio di destinazione d'uso le prescrizioni urbanistiche attualmente in vigore rimarranno inalterate. Sul terreno che avrebbe dovuto ospitare il poligono sorgerà una centrale a biomasse che, rispetto a una struttura per il tiro a segno, attirerà meno traffico", ha spiegato il sindaco Rösch.

Madeleine Rohrer, assessora all'urbanistica, ha ricordato le ragioni per le quali la Giunta comunale ha confermato la propria scelta: "Già oggi sul terreno in questione si può costruire. La centrale a biomasse in progetto raggiungerà un volume di circa 27.500 metri cubi, che corrisponde a un indice di 2,5 metri cubi per metro quadro: si tratta della stessa densità edilizia ammessa attualmente. L'altezza massima della caldaia rientra nei parametri in vigore". Comunque nella delibera adottata l'altro giorno il governo cittadino ha tenuto conto della sollecitazione, espressa dalla Commissione edilizia, di limitare il volume al minimo indispensabile. "Per quanto riguarda invece la futura gestione della circolazione - ha precisato l'assessora Rohrer - la Giunta può avvalersi di una soluzione indicata nel Piano particolareggiato del traffico di Sinigo approvato nell'ottobre dello scorso anno e che prevede la risistemazione dell'incrocio fra via Rabbiosi, via Roma e la pista ciclabile di Sinigo in funzione di una maggiore sicurezza". L'impianto a biomasse sarà attivo per cinque mesi all'anno. In tale periodo vi verranno conferiti fra i 30.000 e i 45.000 metri steri di cippato, che corrispondono più o meno a cinque camion al giorno.

"Alperia avrà cura di presentare un progetto compatibile con il paesaggio", ha spiegato l'amministratore di Alperia Ecoplus Günther Andergassen. L'impianto andrà a inserirsi in modo armonioso nell'ambiente, il deposito del cippato sarà coperto e realizzato sotto terra, mentre all'aperto verranno stoccati soltanto i tronchi. Andergassen ha inoltre fatto cenno alle centrali del teleriscaldamento di Silandro e Chiusa, "opere insignite di un premio per l'architettura e realizzando le quali abbiamo evidentemente dimostrato di saper coniugare funzionalità ed estetica".

Le centrali a biomasse migliorano il bilancio climatico

"La costruzione di centrali a biomasse è un punto importante del nostro programma di governo", ha ricordato Rösch. Il Piano di azione per la tutela del clima del Comune di Merano prevede la realizzazione di simili impianti anche per ridurre la dipendenza da fonti energetiche fossili e per aumentare la percentuale di energia ricavata da fonti rinnovabili.

Comune e Alperia stavano cercando da lungo tempo un sito che fosse sufficientemente lontano dalle zone abitate. L'ipotesi ex deposito Haller, dove sorgerà la nuova sede meranese di Alperia, è stata scartata per l'eccessiva vicinanza alla zona delle caserme. Altrettanto è accaduto con la proposta - dimostratasi tecnicamente irrrealizzabile - di creare l'impianto presso la zona artigianale di Lagundo. Stessa sorte anche per il prospettato utilizzo - in caso di chiusura definitiva dello stabilimento - di una parte dell'area ex Memc. Con la vendita dell'area Rabbiosi da parte della Provincia ad Alperia il progetto di un impianto a biomasse può finalmente diventare realtà.

Una volta entrata in funzione, la nuova centrale consentirà di allacciare alla rete del teleriscaldamento altri edifici privati e pubblici e di dismettere impianti di riscaldamento obsoleti che rilasciano nell'aria una notevole quantità di anidride carbonica e di biossido di azoto. La nuova centrale di via Rabbiosi coprirà più del 20% del fabbisogno di energia termica della popolazione meranese permettendo così di risparmiare ogni anno tre milioni di metri cubi di gas metano ed evitando emissioni di biossido di azoto pari a 5.800 tonnellate. Attualmente sono allacciate alla rete del teleriscaldamento cittadino 5.000 famiglie (27% dei nuclei famigliari). A queste si aggiungono 400 strutture produttive e ricettive (ad esempio hotel) e strutture pubbliche (scuole).

02/08/2018

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